lunedì 9 gennaio 2017

STEP.23 Un colore "selvaggio"

Le albicocche sono buone, tascabili e ci puoi giocare facendole saltare sul palmo di una mano come con una palla da baseball. Sono soffici, tra il velluto e la ciniglia, e di un colore estivo ma non banale, il colore dei tramonti sul mare quando agosto sta finendo. Soprattutto, a differenza di altri frutti con il nocciolo, non sono difficili da mangiare. Si preme leggermente con i pollici sulla scanalatura, e l’albicocca si lascia aprire in due metà uguali. L’albicocca ha il colore della pelle abbronzata a giugno,luglio,agosto e settembre. Ha le lentiggini, e poi ancora quella sensazione soffice al tatto. Questo è ciò che esprime il colore albicocca se si pensa alla sensazione che da' guardandolo o, in questo caso, al tatto. Direi tutt'altro che un pensiero "selvaggio"!

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Allargando il campo, sappiamo che il colore come metodo terapeutico era già utilizzato in molte culture antiche, in  particolare in Egitto, in India e in Cina. In queste tradizioni si  è sviluppata una vasta conoscenza del colore e oggi gli scienziati  stanno cominciando a riscoprire queste informazioni che ci arrivano  dal passato.
  • Gli egizi mettevano il colore in relazione con le loro divinità e con i fenomeni della natura.
  • Secondo la tradizione indiana sul corpo dell’essere umano agiscono i 7 chakra, centri di energia fisica, psichica e spirituale, a ognuno dei quali è associato un colore.
  • La medicina cinese parte dal presupposto che tutti gli organi siano collegati tra di loro e che ogni organo abbia un suo colore specifico.
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