Le albicocche sono buone, tascabili e ci puoi giocare facendole saltare sul palmo di una mano come con una palla da baseball. Sono soffici, tra il velluto e la ciniglia, e di un colore estivo ma non banale, il colore dei tramonti sul mare quando agosto sta finendo. Soprattutto, a differenza di altri frutti con il nocciolo, non sono difficili da mangiare. Si preme leggermente con i pollici sulla scanalatura, e l’albicocca si lascia aprire in due metà uguali. L’albicocca ha il colore della pelle abbronzata a giugno,luglio,agosto e settembre. Ha le lentiggini, e poi ancora quella sensazione soffice al tatto. Questo è ciò che esprime il colore albicocca se si pensa alla sensazione che da' guardandolo o, in questo caso, al tatto. Direi tutt'altro che un pensiero "selvaggio"!
Allargando il campo, sappiamo che il colore come metodo terapeutico era già utilizzato in molte culture antiche, in particolare in Egitto, in India e in Cina. In queste tradizioni si è sviluppata una vasta conoscenza del colore e oggi gli scienziati stanno cominciando a riscoprire queste informazioni che ci arrivano dal passato.
- Gli egizi mettevano il colore in relazione con le loro divinità e con i fenomeni della natura.
- Secondo la tradizione indiana sul corpo dell’essere umano agiscono i 7 chakra, centri di energia fisica, psichica e spirituale, a ognuno dei quali è associato un colore.
- La medicina cinese parte dal presupposto che tutti gli organi siano collegati tra di loro e che ogni organo abbia un suo colore specifico.
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